Il territorio comunale confina con i Comuni di Ronchi dei Legionari, Monfalcone, San Canzian d’Isonzo e, lungo il tratto finale del fiume Isonzo, con Grado; nella sua estensione verso sud confina direttamente con il mare Adriatico.
Il Comune si caratterizza per la presenza di una vasta area agricola ed una costiera ancora praticamente intatte. Solo negli ultimi anni gli insediamenti produttivi di carattere artigianale ed industriale hanno interessato il territorio comunale in modo organico e pianificato con l’i nfrastrutturazione delle aree artigianali della zona di Bistrigna. Tali aree, comprese tra la strada provinciale n. 19 Monfalcone-Grado ed il tracciato ferroviario di servizio, costituiscono la parte più occidentale del comprensorio di competenza del Consorzio per lo Sviluppo Industriale del monfalconese.
Istituita con la Legge regionale n. 42 nel 1996, si estende lungo la parte finale del corso del fiume Isonzo nei territori dei comuni di Staranzano, Fiumicello, S. Canzian d’Isonzo e Grado su complessivi 2.350 ettari e per circa 15 km di lunghezza. La zona protetta interessa numerosi ambienti che ospitano flora e fauna ricche in specie rare o poco frequenti a livello regionale e nazionale. Particolarmente interessante è l’avifauna, con 300 specie rilevate finora delle quali oltre 85 hanno nidificato negli ultimi dieci anni. La Riserva, aperta tutto l’anno, è considerata d’interesse internazionale per numerosi ambienti e per le specie animali e vegetali che ospita. Comprende, in 2.350 ettari, stagni, canneti, boschi, prati, coltivi, gli ultimi 15 chilometri del fiume Isonzo e la sua foce, zone di marea e di mare aperto. Oltre alle numerose specie di uccelli, ne sono state censite anche 27 di mammiferi, 32 di pesci, 9 di anfibi, 11 di rettili, 340 di piante.
La gestione delle zone umide di un territorio si presenta particolarmente impegnativa ed importante è in questi casi una corretta integrazione di due metodi di conservazione: quello attivo che prevede interventi costanti per la tutela e la correzione del territorio, e quello passivo che privilegia invece il rispetto dell’ evoluzione ecologica spontanea. L’impegno dell’ Ente si è svolto proprio in questo senso. Numerosi comunque gli interventi effettuati per garantire una migliore fruibilità dell’area da parte dei visitatori, ma anche per un suo sviluppo complessivo. Per la visita esistono numerosi percorsi sia ciclabili che pedonali lungo i quali è possibile attraversare i diversi ambienti naturali della Riserva osservandone la flora e la fauna caratteristiche. Sono stati attrezzati diversi punti panoramici e osservatori per il bird-watching; tra questi ricorderemo soprattutto il nuovo Centro Visite e l’osservatorio della Marinetta nell’Isola della Cona. E’ stato inoltre introdotto recentemente un centro per cavalli Camargue a disposizione anche del pubblico. La Riserva a breve disporrà di strutture per il pernottamento e la ristorazione; nelle zone immediatamente circostanti, tali strutture sono comunque già operative in gran numero. Numerosi sono ovviamente gli addetti che operano all’ interno del Parco svolgendo mansioni ed attività differenti, che vanno dalla cura e gestione naturalistica alla manutenzione delle strutture di percorso, dalla produzione di materiale informativo ed esplicativo alla attività di ricerca scientifica.
Vero e proprio cuore della Riserva è l’Isola della Cona, dove sono stati ripristinati oltre 100 ettari di pascoli per recuperare ed incrementare la diversità e l’abbondanza di numerose specie vegetali ed animali caratteristiche degli ambienti pascolati. Ad esempio il Cavaliere d’Italia e la Pavoncella nidificano regolarmente nei pascoli mentre le anatre, i limicoli, gli aironi e i rapaci vi si alimentano. Piante rare sono rappresentate dall’Aglio odoroso (Allium suaveolens), l’Orchidea di palude (Orchis palustris), la Piantaggine di Cornut (Plantago cornutii) e l’Altea (Althea officinalis) che vi fioriscono.
Alcune zone della Riserva sono gestite a pascolo con l’utilizzo di grandi erbivori, i cavalli sono di razza Camargue e sono divisi in branchi, uno costituito dai cavalli da lavoro e l’altro dallo stallone, le fattrici e i puledri che vivono allo stato brado; dalla primavera all’autunno si uniscono ad essi 35 bovini. In seguito all’abbandono del pascolo, praticato nell’area fino all’inizio degli anni ’80, l’area si stava progressivamente ricoprendo di canneti e boschetti ripariali. Tale tendenza viene favorita ancora oggi in alcune zone, escludendovi l’accesso del bestiame, mentre in altre la reintroduzione del pascolo ha permesso di recuperare ed incrementare notevolmente la diversità e l’abbondanza delle specie vegetali ed animali.
Le zone marine della Riserva sono poco profonde, con fondale sabbioso – fangoso sul quale si sviluppano estese praterie di fanerogame marine. Questi habitat ospitano numerose specie di pesci, ma anche crostacei, molluschi ed altri invertebrati. Durante i mesi invernali sono frequentati soprattutto da svassi, cormorani, anatre marine e folaghe; in estate si possono osservare numerosi marangoni dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis), mentre l’Edredone (Somateria mollissima) ed il Cigno reale (Cygnus olor) sono presenti durante tutto l’anno. Interessante il fenomeno dei fondali marini che vengono ciclicamente scoperti dalle maree, sono chiamati velme e rappresentano quasi un terzo dell’intera superficie della Riserva. Le velme sono in parte coperte dalle praterie di Zostera nana o da alghe, oppure presentano superfici di fango nudo o anche, in prossimità della barra di foce, di sabbie fini. In questi ambienti vivono numerose specie di invertebrati che rappresentano il cibo preferito di uccelli limicoli, come ad esempio il Chiurlo maggiore (Numenius arquata) o il Piovanello pancianera (Calidris alpina). A seguito del divieto di caccia entrato in vigore con l’istituzione della Riserva Naturale, nei mesi invernali le velme e le zone marine dell’Isola della Cona attirano stormi di migliaia di uccelli acquatici tra i quali spiccano per consistenza il Fischione (Anas penelope), il Germano reale (Anas platyrhynchos) e la Folaga (Fulica atra).
Sempre nelle aree marine della Riserva si possono notare le barene, che sono le aree emerse lungo le coste, coperte da vegetazione bassa e sommerse dalle alte maree solo in casi eccezionali. E’ un ambiente caratterizzato da un alto tenore salino che condiziona la presenza della vegetazione alofila, come ad esempio il Limonio (Limonium narbonense), il Giunco marittimo (Juncus maritimus) e le salicornie (Salicornia spp.).